Trieste, 1 agosto 2019
La Cresta di Cervada1958 m d’inverno
Portate a termine le mie tre salite nel Gruppo del Monte Plauris per il versante incombente sull’abitato di Stazione Carnia, e accertato il perdurare del bel tempo, desiderai conoscere il versante rivolto all’abitato di Venzone; e per la prima volta andrò con la mia FIAT 600, per l’appunto.
Solo che una volta nell’abitato ricorsi all’aiuto di qualcuno per imboccare la strada giusta; e via.
Anche se procedevo attento a non sbagliare passai oltre a una possibile indicazione, e fino a un cantiere stradale, e dove mi diedero le dritte per non sbagliare tornando indietro.
Lo stesso nel ritorno non lo trovai; e quasi rassegnato decisi di raggiungere Venzone, e trovare il sentiero segnalato che inizia dall’abitato.
Poi non andò così perché prima della curva della strada poi in discesa nell’abitato, a destra iniziava una stradina a uso agricolo delimitata sulla destra da muretto, e senza pensarci due volte la rimontai, e anche riuscì a posteggiare senza ostacolare il passaggio.
Una volta pronto, e sacco in spalla, percorsi la stradina che puntava un gruppo di casette, e alcune ancora con i danni del terremoto, e fino a incrociare un’altra stradina bianca con installato un tubo metallico chiuso da un rubinetto per l’acqua, e subito oltre, un prefabbricato metallizzato; ma nessun rumore di vita.
Niente; così approfittai dell’acqua per ristorarmi anche con un panino, e una volta pronto non proseguii per la stradina, ma preferii seguire un’altra che rimontava un boschetto di latifoglie fino a incrociare un sentiero in quota nel boschetto, e dove più avanti incrociai un uomo di mezza età che stava scendendo?
Solo il saluto, … e via.
Intanto ero uscito dal bosco misto; e la traccia spariva nell’erba giallo oro che copriva il primo rilievo.
Solo che il prossimo continuava più ripido; e così mi fermai per una sosta.
Forse avrò anche visto qualcosa da fotografare; ma la macchina fotografica non c’era più.
Così anche decisi che per quel giorno bastava, e sperando di tornare quanto prima iniziai la discesa.
Il Primo ritorno.
Il bel tempo continuò così per tutta la settimana; e com’era nelle mie intenzioni, preferii tornare servendomi del treno.
Panoramica con il Gruppo del Monte Plauris ripresa dal treno.
Solo che la Stazione non era vicina all’abitato, e dovetti mantenere un buon passo per entrare nella cittadina dove tutte le costruzioni erano state ricostruite dopo il terremoto, e così anche nella parte storica, e dove c’era anche il Caffè Trieste.
Non ci pensai due volte; e così entrai per ristorarmi con un buon cappuccino caldo.
Una volta uscito non mi restò che riprender di buon passo; e più avanti, e come indicatomi da una gentile signora, rimontai la strada in salita della prima volta fatta in discesa, e fino a prendere a sinistra una più ripida e stretta tra le case con qualche bollo rosso.
Sì; e la rimontai anche veloce, e fino all’inizio dei ripidi prati per poi volgere a destra restringendosi e con meno pendenza come il pendio erboso; e via.
Solo che il prefabbricato lo trovai chiuso; e non mi restò che riempire la boraccia d’acqua; e via.
Così non mi restò che rimontare la stradina erbosa conosciuta.
Solo che una volta fuori dal bosco misto, il calore del sole si faceva sentire, e l’erba doorata non dava nessun beneficio; e una volta sul ripido pendio lo rimontai, e fino a raggiungere la Cresta di Cervada della prima volta, e dove proseguii rimontandola e fino a raggiungere la quota o Cima soprastante, anche se mi sovrastava ancora lontana un’altra struttura più massiccia.
Niente; non era la giornata giusta, e mi levai il sacco poggiandolo sull’erba, e anche presi la macchina fotografica per scattare qualche foto alle Montagne intorno a me sconosciute.
I Monti Lavara, Ungarina e Campo
La Valle del fiume Tagliamento e Il paese di Venzone.
Finito il servizio fotografico, decisi che per quel giorno poteva anche bastare, tanto tornerò:
22 gennaio 1989.
La discesa non ha lasciato ricordi; solo che fuori dal prefabbricato avrò trovato il proprietario o l’inquilino dove mi fermai una mezza ora a fargli compagnia.
Una volta nella cittadina di Venzone c’era un via vai di persone e automobili, e per evitare d’andare alla Stazione a piedi, provai a chiedere un passaggio a un signore che stava entrando nella sua vettura. Solo che lui dispiaciuto m’informò che andava a Stazione Carnia.
- Tanto meglio perché sono di casa.
Sì, e una volta in Stazione il cappuccino ben caldo mi diede ristoro.
Il Secondo ritorno.
Così anche quella mattina la sosta a Venzone per il cappuccino; e poi di buon passo per il percorso conosciuto fino sulla vera cresta.
Cosi man mano prendendo quota mi trovai sotto il primo tratto difficile della Cresta che aggirai a destra per la facile parete Sud.
Solo che prima fotografai a sinistra, e separata dall’intaglio, la poco conosciuta e ambita Punta del Mezzogiorno 1841 m che ambivo salire.
Prendendo quota la vista della Cresta non facile che facilita l’accesso alla Cima.
Il tratto di Cresta che richiese più attenzione.
La panoramica con quanto fatto dalla Cresta rocciosa raggiunta.
Panoramica della Cresta percorsa prendendo quota.
Dalla Cima raggiunta la foto panoramica di tutte le quote, Creste e Cime salite in queste impensabili tre Domeniche per salire il Monte Plauris.
Sì, e contento di questa tre giorni rimontai il nevaio fino in Cima: 29 gennaio 1989.
Il vasto e facile versante erboso per la discesa.
Il versante Nord con il ghiacciaio.
La Cresta Est percorsa nella discesa dalla Cima.
Nella discesa ancora una pausa per fotografare l’intera Cresta di Cervada 1781 m percorsa in salita.