Trieste, 1 dicembre 2018
Il Monte Volaia 2364 m
Un giorno ritornando da una Gita con l’amico Armando, cicola e ciacola lui mi chiese che organizzassi una Gita tranquilla per consentire la partecipazione alle rispettive mogli?
La mia risposta poi non si fece attendere perché scendendo con la macchina verso Valle, risaltava nei colori del tramonto il Gruppo del Volaia; e per lui andava più che bene, e la mettemmo in programma per la successiva Domenica.
Solo che di queste Montagne conoscevo ben poco; e una volta a casa, un giorno, ricorsi alla mia datata Alpi Carniche del Castiglioni.
Pertanto quella mattina continuammo il viaggio fino e oltre il paese di Forni Avoltri; e alle indicazioni, per strada bianca delimitata dal torrente Degano al posteggio in parte occupato.
Non perdemmo tempo; e una volta pronti, e senza darci furia, seguimmo il sentiero tracciato lungo i verdi pascoli per la Forcella di Ombladet 2061 m.
La raggiungemmo, ma prima di valicarla per la prima volta, anche l’occasione per fotografare le Montagne intorno, e quelle di Confine a noi poco conosciute.
L’apprezzata sosta era finita, e non ci restò che seguire il sentiero con alcuni sali scendi e con qualche bollo rosso che puntava la Croda di Ombladet, e a seguire anche sotto la sua parete difficile che copre il Monte Volaia in programma.
Lo percorremmo senza darci furia fino a girarla, e oltre, e sopra il macereto vedemmo la nostra Montagna, e in Cima la Croce; e con alcuni alpinisti che ci mandavano i loro richiami d’incitamento a raggiungerli.
Tante grazie; ma noi mantenemmo il nostro passo e così fino in Cima: 16 giugno 1989.
Il tempo per i saluti che iniziarono a scendere.
Noi non ci demmo furia; e mentre Rosanna e Heydi cercavano un posto comodo per la sosta, noi due iniziammo il servizio fotografico delle Montagne in parte coperte da nuvolosità, da noi salite e più volte.
Il verde Rauch Kofel 2460 m, il Monte Coglians 2780 m, e retrostante la Croda da Cjanevate 2769 m.
Il Monte Capolago 2554 m, il Monte Canale 2540 m, le cinque quote della Crete di Cjanaletta, e a chiudere il Sasso Nero 2458 m.
A seguire quello d’Armando che per migliorare la leggibilità lui usava prima proiettarla sullo schermo e poi fotografarla.
In primo piano il Monte Capolago, il Rauchkofel, coperto dalla nuvola il Coglians e a chiudere la Cjanevate.
In primo piano il Monte Canale 2540 m.
I Monti Capo Lago e Canale; e solo il primo tratto visibile delle Crete di Cjanaletta perché il restante era coperto dal Sasso Nero 2468 m.
Sì; e una volta riuniti nella sosta ristoratrice beneficiammo anche del sole.
Non così per Armando perché ben presto riprese il servizio fotografico anche allarmato dall’arrivo di nuova nuvolaglia.
I Monti Capolago e Canale, il primo tratto delle Crete di Cjanaletta, e il Sasso Nero.
I Monti Capolago e Canale, e il primo tratto delle Crete di Cjanaletta.
Il Monte Capolago, Il Monte Coglians e la Croda da Cjanevate.
Solo che una volta terminato il servizio fotografico, la sua attenzione fu catturata dall’arrivo di un bianco e denso corpo nuvoloso poi fermatosi per le correnti d’aria sulle pareti occidentali delle due quote più alte.
Così anche la parte finale del Monte Capolago nei nostri programmi.
Solo che la nuvolosità in arrivo coprì anche il sole, e iniziò a farsi sentire l’aria fredda; e così decidemmo d’anticipare la discesa.
Le foto ricordo della Cima con le nuvole che stavano già intanfanando le Montagne.
Non perdemmo altro tempo, e le macchine fotografiche le tenemmo nei nostri sacchi, e così fino alla Forcella raggiunta la mattina, e da dove Armando fotografò l’incombente parete della Croda di Ombladet 2470 m, già raggiunta dalla nuvolaglia, e che io avevo ripreso quella mattina.
Nella discesa seguimmo il sentiero fino a trovar conveniente seguire il marcato calpestio sui pascoli, e dove poi ognuno scelse la sua discesa; e così fino a riunirci sul piano ormai sul sentiero segnalato.