Trieste, 1 aprile 2016
L’amico Armando non si accontentò delle fotografie scattate quel giorno nel corso della nostra salita; e contando sulla sua esperienza e capacità con oltre una quindicina di salite per tutti i versanti e altrettante discese, aspettava di tornare quanto prima sulla via de lis napis in primis per riprendere quello che nel corso della nostra salita nemmeno vedemmo per la fitta nebbia; e che lui le aveva osservate durante le dette salite.
Variante d’attacco alla via de lis napis
Il probabile percorso fatto da loro due per evitare quello della prima volta che non era stato tanto facile.
Sì; loro due seguirono la via normale fino a concatenare un traverso a sinistra per brevi salti di parete e tratti per cenge stando attenti d’arrivare più alti della struttura staccata delimitata da uno stretto canale imbutiforme; e sulla via conosciuta.
Avevano visto giusto; e una volta sulla via continuarono fino ad entrare nel canale della salita originaria.
Il pianoro detritico della via G. Piussi e compagni.
La vasta ed estesa parete incombente sul primo canale di salita
Man mano progredendo altre e alte pareti a proteggere…
Sì; e la prima volta tutto era nascosto nella densa nebbia.
La meritata sosta prima d’entrare nello stretto canale che porta al belvedere, e sul versante opposto allo stretto camino d’uscita.
Prima d’entrare le pareti a guardia.
Lo slargo detritico dove termina la parete esterna; e che permette d’affacciarsi e prima d’essere chiuso dalla parete del pilastro che delimita la vista del Monte Cimone del Montasio 2379 m IGM.
Solo il tempo di girarsi spalle a valle…
La parete laterale che chiude lo slargo
Quella di fronte con il camino d’uscita
Sì: e che continua orizzontale e strapiombante chiudendo ogni speranza per passare
Solo alcuni passi per montare sui detriti.
La parete degradante verso Est caratterizzata dai pilastri fotografati lungo la salita; e a chiudere il Modeon del Montasio 2606 m, e con le pareti nell’ombra scura il Foronon del Buinz 2531 m, e il Modeon del Buinz 2554 m.
Dal belvedere e fino in Cima, l’amico non scattò fotografie.
Rosanna e Armando Cossutta: 17 agosto 1987
Intanto la Montagna si copriva da nuvolaglia più o meno densa; e l’amico nella discesa andò a fotografare l’ultimo tratto della salita.
Il vento intanto le allontanò e scattò anche una seconda.
La discesa senza la nebbia della Scala Pipan, ed il vasto ghiaione, non rilassò certo l’amico; e nel punto giusto seguì una serie di cenge per fotografare il punto d’uscita della loro variante.
Sì; e a far da giudice anche la Torre Disteis 2468 m.
Tutto è bene quando finisce bene; e come la volta precedente con me, un brindisi per il Jof di Montasio.
Certo; solo che dopo le due salite sul Jof di Montasio per lis napis, desidero ricordare quelle fatte insieme alla mia Heydi a distanza d’anni sulla Vetta Bella 2049 m, nella Valle di Riobianco.
La Vetta Bella 2049 m IGM
Così quella mattina posteggiammo la macchina sulle ghiaie della Val Rio del Lago, e senza darci furia raggiungemmo l’incustodito Rifugio Brunner, e dove come lungo il sentiero non c’era nessuno; e via.
Usciti dal bosco e a farsi ammirare la parete Sud della Vetta Bella, e con alla base la cengia traversale sottostante la parete che porta all’attacco della rampa e logica via di salita; e dove formammo le due cordate.
Niente; la prima io con Heydi, e subito dietro Armando per garanzia e Rosanna.
Sì; e superata la gola iniziale e a seguire la rampa e fino sullo spigolo.
Sì; e dallo spigolo raggiunto invitai Heydi a raggiungermi, e subito a seguirla l’amico Armando.
Spigolo che seguimmo per alcune lunghezze di corda e fino a passare a destra sulla rampa per poi a scendere a sinistra, e sotto una non facile parete.
La sopra assicurai Heydi subito seguita da Armando.
Di fronte e staccata da una selletta, la parete finale divisa da uno stretto camino.
Una volta oltre, e trovato un buon terrazzino, assicurai la salita di Heydi; e così anche la seconda e più facile lunghezza fino sul pendio erboso della Cima.
Il tempo di liberarci del materiale e sistemarlo nel sacco, e senza darci furia raggiungemmo la Cima: 21 maggio 1989; Rosanna e Armando Cossutta e Heydi e Tullio Ogrisi.
La conosciuta e facile discesa non ha lasciato ricordi.
Niente; un giorno cicola e ciacola decidemmo di tornare.
Contenti e infreddoliti sulla Cima: 22 maggio 1993
Rifugio Brunner: sosta lunga e al sole